LA TRADIZIONE ESOTERICA NELL'ANTICA GRECIA

La religione ufficiale degli antichi greci non prevedeva libri sacri o regole inflessibili da rispettare, tuttavia c’erano dei punti fermi, caratteristici di ogni prospettiva spirituale, come il culto degli Dèi, a cui in seguito si aggiunse la “fede” nelle istituzioni della propria città-stato (polis).

La religione di Dioniso alimentava una diversa spiritualità, e, almeno parzialmente, un elevato grado di esaltazione di quegli aspetti estatici, nell’accezione greca di ek-stasis,  “l’uscita” da questo mondo mediante l’entusiasmo e la divina follia, peculiare di ogni misticismo. Dioniso veniva associata al concetto di altro, di diversità, e – per il suo carattere di dio delle forze vitali e del ciclo della natura - era il tramite fra il mondo umano e quello divino, tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti.

I misteri dionisiaci propongono una differente concezione spirituale. l’anima non è più considerata un soffio di vita,  destinato all’abbandono del corpo dopo la morte, oppure a condurre l’esistenza come un pallido fantasma nei regni dell’Oltretomba. Con la diffusione del culto di Dioniso avvenne un ritorno alla più antica religione animistica, attraverso la metafora di uno spirito o dàimon preesistente al corpo e capace di reincarnarsi di volta in volta.

La nozione di immortalità dell’anima esprime una visione del mondo altamente spirituale, che dai misteri dionisiaci passerà all’Orfismo, una prospettiva esoterica, rivolta a gruppi ristretti di iniziati, che prende nome dal mitico poeta trace Orfeo. Secondo la leggenda, Orfeo fu l’unico mortale al quale fu concesso il dono di scendere nell’Ade (l’Inferno degli antichi) per riprendere la giovane sposa Euridice e tentare di resuscitarla, tentativo non riuscito, che è comunque sufficiente ad individuarlo come una sorta di presenza angelica o semi-divina, capace di superare i confini tra la morte e la vita.

L’Orfismo deriva dalla religione di Dioniso attraverso il mito di Dioniso-Zagrèo, altra singolare figura di dio-fanciullo, come Hermes o Eros, ma che ricorda anche Osiride; infatti come la principale divinità egizia, Zagrèo è – paradosso dei paradossi - un dio che muore, ucciso e sbranato dai Titani in seguito inceneriti da un fulmine scagliato da Zeus. Dato che gli uomini nacquero, per trasformazione, dalle ceneri dei Titani, oltre che dello stesso Dioniso, poi risorto magicamente, ognuno di noi conserva una scintilla divina, affiancata alla natura titanica, sostanzialmente empia e sacrilega.

Come quelli dionisiaci, i misteri orfici erano basati  su una complessa dottrina mistica. Alla base c’era anche l’idea che in ogni singolo dimorasse uno spirito, o demone, sul quale pesava una sorta di peccato originale. Il ciclo delle rinascite poteva interrompersi ricorrendo a riti di purificazione. Gli iniziati, scegliendo la vita orfica, intendevano assicurarsi l’immortalità dell’anima con la mortificazione della carne, ricettacolo d’espiazione, e le pratiche ascetiche.

La tradizione esoterica greca, formata in parte dai misteri orfici e dionisiaci, si rivela in più punti debitrice di quella egizia, come conferma l’autorevole testimonianza di  Erodoto (Alicarnasso, odierna Bodrum 484 ca. a.C. - Atene 425 a.C.), considerato il padre della storia. Crediamo che sia assurdo voler negare il legame tra la religione egiziana e la spiritualità orfico-dionisiaca Basti pensare alla già accennata analogia tra Dioniso ed Osiride, che era morto, ucciso dal dio del male Seth (corrispettivo dei Titani), poi riuscito a tornare in vita per volere di Iside, quasi una metafora del passaggio nell’aldilà che doveva per forza estendersi a tutti gli uomini in quanto generati dallo stesso demiurgo che aveva creato gli Dei, Atum-Rha.

L’importanza dell’Orfismo consiste nell’aver anticipato molti temi della speculazione greca, come quello della metempsicosi, cioè la trasmigrazione delle anime, e del dualismo pitagorico, e poi platonico, di anima e corpo, che vede nel secondo una specie di carcere e vincolo dell’identità spirituale di ognuno di noi.

 

Di Domenico Turco – Tutti i diritti riservati @

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